Un viaggio attraverso l’esistenza umana quello che i due protagonisti Rosencrantz e Guildenstern si trovano a compiere loro malgrado. Pochi i punti fermi in loro possesso, alquanto confusi se non assenti i ricordi sul passato recente, che riaffiorano con difficoltà, a partire dai loro stessi nomi. Unica certezza, e al contempo unica ragione di vita, sembra risiedere nel motivo del loro viaggio, la convocazione a Corte per “spigolare” sulle cause che hanno mutato drasticamente l’animo di Amleto, tanto da farlo sembrare pazzo. Proiettati in un mondo a loro estraneo e al quale non riescono a dare un senso, i due personaggi, amici (così gli viene detto) del giovane principe danese, non sanno precisamente cosa fare. Nella pochezza e frammentarietà degli indizi in loro possesso, forniti dalle criptiche rivelazioni di fugaci apparizioni di alcuni personaggi di corte, Rosencrantz e Guildenstern si imbattono in un attore girovago che, in più occasioni, incrocerà il loro cammino, anch’egli diretto a corte per rappresentare la tragedia “L’assassinio di Gonzago”.
Una commedia dell’assurdo dalle ambientazioni gotiche, che indaga sul senso dell’esistenza. I due protagonisti si trovano a seguire un flusso di eventi a loro estranei e scanditi da ordini e indicazioni impartiti dall’alto. La ragione stessa della loro esistenza sembra incerta e basarsi sull’attesa di un impulso esterno per agire. Nel mezzo, il vuoto esasperante della non-azione si traduce nell’incapacità di poter imprimere la benché minima influenza sugli eventi, dei quali sono destinati ad essere soggetti passivi. Niente sembra essere sotto il diretto controllo di Rosencrantz e Guidenstern, niente avviene per loro volontà. Questo li porta a ricercare una spiegazione plausibile dell’esistere, del proprio ruolo e alla loro relazione con l’esterno. Il senso di spersonalizzazione che li pervade li induce a dubitare persino sui loro stessi nomi. Ad accrescere lo smarrimento contribuiscono i “bug” che accompagnano tutto quanto accade loro di apparentemente inspiegabile: il ricadere ripetutamente sul lato testa di una moneta lanciata in aria; il ricorrente suono di un’orchestrina; il cambio repentino dei luoghi e l’irrompere improvviso e altrettanto repentina sparizione dei personaggi della tragedia shakespeariani. Travolti da un costante flusso, non resta loro che ipotizzare dialoghi e immaginare piani d’azione per assolvere il compito loro assegnato. Sull’origine di cosa muova tutto, ciascuno prova a dare una risposta fino ad interrogarsi su cosa sia davvero la morte.
ROSENCRANTZ & GUILDENSTERN SONO MORTI
Liberamente ispirato all’omonimo testo di
Tom Stoppard
Con
Gianfranco Corona
Antonello Foddis
Giuseppe Ligios
Adattamento e regia Giuseppe Ligios
Scene Michele Grandi
Costumi Giovanni Trudu
Luci Aaron Gonzalez
Produzione Teatro d’Inverno
ORARI
Venerdì 15 novembre ore 20:00
BIGLIETTI
Intero 15€
Ridotto 10€
ABBONAMENTI
Questo spettacolo è compreso nell’abbonamento STAGIONALE, PROSA, CARNET